Durante il lockdown, la paura maggiore era quella di un “crack economico” dovuto alla chiusura dell’attività, un crollo sul lungo periodo dei consumi. In realtà, stiamo attualmente assistendo all’esatto opposto: le aziende registrano un forte aumento della domanda, tanto che anche il Vicepresidente di Federmeccanica Fabio Astori ha commentato: “lo sblocco dei licenziamenti non sarà assolutamente un problema nelle aziende metalmeccaniche, noi abbiamo bisogno di personale negli stabilimenti”. Il problema è dunque la difficoltà di approvvigionamento che ha poi portato a vertiginosi aumenti di prezzo.
Le cause di questa situazione sono diverse.
- Fattori reali
L’organizzazione aziendale moderna privilegia una gestione cosiddetta “just in time”, dove le aziende, per ottimizzare i costi ed essere più efficienti, tendono a non accumulare scorte. Modus operandi incrementato ancor di più durante il periodo pandemico, dove le attività produttive erano pressoché ferme. Quindi, nel momento in cui sono effettivamente ripartite le aziende, si è generato un’esponenziale richiesta di materie prime che ha spaccato mercato e approvvigionamenti. Questa situazione ha fatto letteralmente esplodere il prezzo dei materiali portandolo alle stelle e facendo esaurire in breve tempo le scorte disponibili. Non solo, data la situazione pandemica prima e la mancanza di materie poi, le aziende con un maggiore potere di acquisto hanno fatto scorta di materiali e semilavorati, anche più del necessario, per paura di rimanere senza. Nei primi mesi di pandemia i valori dei prezzi delle materie prime erano sensibilmente crollati (20-30%) e la Cina, paese con un’economia pianificata e avvantaggiata anche dal fatto di essere ripartita con quattro mesi di anticipo, ne ha approfittato per fare scorte. Oggi ci troviamo in una situazione in cui le maggiori potenze economiche mondiali (Cina e USA su tutte) vendono le materie in percentuali bassissime, consci dell’attuale difficoltà a reperirle. E, ovviamente, i materiali in commercio subiscono incrementi di prezzi esponenziali.
- Fattori finanziari
Un altro aspetto da tenere in considerazione è quello dei mercati finanziari. Negli ultimi tempi le materie prime sono diventate un investimento interessante perché sono prezzate in dollari, moneta attualmente debole, quindi risultano più convenienti per chi le acquista in euro o altre valute.
- Fattori logistici
Secondo il Baltic Dry Index, un indice che sintetizza gli oneri di nolo marittimi, nel solo ultimo anno c’è stato un aumento del 605%. Le cause sono molteplici: sicuramente la più impattante è l’introduzione del nuovo regolamento dell’Organizzazione marittima internazionale che, tra le varie novità, stabilisce che il limite massimo di zolfo presente nel carburante delle navi deve essere 0,5%, mentre prima era del 3,5%. Questa “apparentemente” piccola modifica ha comportato la “rottamazione” o “innovazione” di molti mezzi marittimi obsoleti.
- Il caso Ever Given
Anche l’”incidente” del Canale di Suez ha fatto la sua parte in questo gioco di aumento prezzi. Come scrive l’agenzia internazionale Bloomberg, i ritardi nel trasporto mondiale di merci potrebbero protrarsi a lungo. E, ancora, sempre secondo Bloomberg, hanno inciso anche la siccità dei raccolti in alcune parti del mondo, Brasile in primis o la gelata che ha paralizzato gli impianti petrolchimici nel centro degli Stati Uniti a febbraio.
Fonte: https://www.remecologia.it/news/le-materie-prime-sono-diventate-introvabili-ecco-i-motivi/
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