Criteri di riclassificazione del Conto Economico

 

  1. Criterio funzionale: secondo tale criterio, detto anche per destinazione dei fattori produttivi impiegati, le poste del conto economico vengono aggregate secondo la posizione da esse assunte nell’ambito della gestione aziendale e, più in particolare, in relazione ai principali processi in cui normalmente si riconosce l’organizzazione dell’impresa. Il conto economico riclassificato in termini funzionali viene articolato in due principali aree di risultato, la prima afferente alla gestione operativa dell’impresa, mentre a quella non operativa la seconda. La tabella seguente mostra uno schema tipo di conto economico riclassificato secondo il criterio funzionale:
    1 RICAVI NETTI DI VENDITA
    2 Rimanenze Iniziali
    3 Acquisti
    4 Rimanenze Finali
    5 CONSUMI (2+3-4)
    6 Costi di Produzione
    7 Costo del Lavoro Industriale
    8 Ammortamenti Industriali
    9 Costruzioni Interne Capitalizzate
    10 COSTO DEL VENDUTO (5+6+7+8-9)
    11 RISULTATO LORDO INDUSTRIALE (1-10)
    12 Costi di Vendita
    13 Costo del Lavoro Vendita
    14 Ammortamenti Vendita
    15 SPESE DI VENDITA (12+13+14)
    16 Costi di Amministrazione
    17 Costo del Lavoro Amministrazione
    18 Ammortamenti Amministrazione
    19 SPESE DI AMMINISTRAZIONE (16+17+18)
    20 REDD. OPERATIVO CARATTERISTICO (11-15-19)
    21 Proventi Finanziari
    22 Proventi Accessori
    23 Oneri Accessori
    24 Altri oneri e proventi non tipici
    25 RISULTATO GESTIONE ACCESSORIA (21+22-23+/-24)
    26 REDDITO OPERATIVO GLOBALE (20+25)
    27 Oneri Finanziari
    28 REDDITO DI COMPETENZA (26-27)
    29 Proventi Straordinari
    30 Oneri Straordinari
    31 REDDITO PRE IMPOSTE (28+29-30)
    32 Imposte e Tasse
    33 REDDITO NETTO D’ESERCIZIO (31-32)

    Tale criterio presuppone la possibilità di aggregare le poste per aree funzionali e quindi la disponibilità di informazioni analitiche che solo l’analista interno è in grado di ottenere. Tuttavia, qualora la disaggregazione funzionale non sia facilmente effettuabile, tale schema può essere elaborato separando le componenti tipiche da quelle non tipiche e non operative. Tale schema sintetico (vedi tabella seguente) presenta comunque il pregio di disarticolare la gestione secondo alcune classi gestionali rilevanti e soprattutto permette comunque di apprezzare la dinamica della gestione e, più in particolare, di stabilire qual è stato l’impatto sul risultato netto aziendale della gestione caratteristica, accessoria, finanziaria, straordinaria e tributaria: Ricavi netti – Costi tipici = Reddito operativo caratteristico + Risultato gestione accessoria = Reddito operativo globale – Oneri finanziari = Reddito di competenza – Risultato gestione straordinaria = Reddito pre-imposte – Imposte = Reddito netto

  2. Criterio del valore aggiunto: questo schema di riclassificazione si propone di evidenziare la ricchezza effettivamente prodotta e distribuita dall’impresa ai vari conferenti di fattori produttivi (lavoro, impresa, capitale e Stato). In particolare, l’aspetto distintivo di tale approccio è costituito dalla possibilità di evidenziare una serie di risultati intermedi molto interessanti: Valore della produzioneConsumi nettiValore aggiunto e Margine operativo lordo. Tale criterio viene normalmente utilizzato per analizzare l’utilità sociale dell’impresa e dunque non solo quella per il soggetto economico che la dirige. Rispetto al criterio funzionale, la riclassificazione con il criterio del valore aggiunto risulta più agevole, poiché le informazioni sono facilmente reperibili dai documenti del bilancio d’esercizio. Per tale motivo si presta a essere meglio utilizzato dall’analista esterno. La tabella seguente mostra uno schema tipo di conto economico riclassificato secondo il criterio del valore aggiunto:
    1 Ricavi Netti
    2 Variazione Rimanenze Semilavorati e Prodotti Finiti
    3 Costruzioni Interne Capitalizzate
    4 Lavorazioni per Conto Terzi
    5 VALORE DELLA PRODUZIONE (1+2+3+4)
    6 Consumi di Materie Prime (acquisti + variazioni rimanenze)
    7 Lavorazioni Esterne
    8 Prestazioni di Servizi
    9 Altri Costi Interni
    10 CONSUMI NETTI (6+7+8+9)
    11 VALORE AGGIUNTO (5-10)
    12 Costo del Lavoro
    13 MARGINE OPERATIVO LORDO (11-12)
    14 Ammortamenti
    15 Altri Accantonamenti
    16 REDD. OPERAT. CARATTERISTICO (13-14-15)
    17 Proventi Finanziari
    18 Proventi accessori
    19 Oneri Accessori
    20 Altri Oneri e Proventi non Tipici
    21 RISULTATO GESTIONE ACCESSORIA (17+18-19+/-20)
    22 REDDITO OPERATIVO GLOBALE (16+21)
    23 Oneri Finanziari
    24 REDDITO DI COMPETENZA (22-23)
    25 Proventi Straordinari
    26 Oneri Straordinari
    27 REDDITO PRE IMPOSTE (24+25-26)
    28 Imposte e Tasse
    29 REDDITO NETTO D’ESERCIZIO (27-28)

  3. Criterio del margine di contribuzione: questo criterio divide i costi sostenuti nell’esercizio in base alla loro natura (e destinazione) di variabili e fissi. La tabella seguente mostra uno schema tipo di conto economico riclassificato secondo il criterio del margine di contribuzione:

1

RICAVI NETTI

2

Consumi (materie prime, semilavorati, prodotti finiti)

3

Costi Variabili Industriali

4

Costi Variabili Commerciali

5

Costi Variabili Amministrativi

6

COSTI VARIABILI

(2+3+4+5)

7

MARGINE DI CONTRIBUZIONE

(1-6)

8

Costi Fissi Industriali

9

Costi Fissi Commerciali

10

Costi Fissi Amministrativi

11

COSTI FISSI

(8+9+10)

12

REDD. OPERAT. CARATTERISTICO

(7-11)

13

Proventi Finanziari

14

Proventi Accessori

15

Oneri Accessori

16

Altri Oneri e Proventi non Tipici

17

RISULTATO GEST. ACCESSORIA

(13+14-15+/-16)

18

REDDITO OPERATIVO GLOBALE

(12+17)

19

Oneri Finanziari

20

REDDITO DI COMPETENZA

(18-19)

21

Proventi Straordinari

22

Oneri Straordinari

23

REDDITO PRE IMPOSTE

(20+21-22)

24

Imposte e Tasse

25

REDDITO NETTO D’ESERCIZIO

(23-24)

Da un punto di vista applicativo, il criterio del margine di contribuzione presuppone la disponibilità di informazioni analitiche non indifferenti (infatti, viene spesso utilizzato da analisti interni), e fornisce informazioni assai significative. Tale criterio permette di comprendere se alla base di una determinata performance – positiva o negativa – risiedano condizioni di efficienza (vale a dire di dinamica prezzi-costi) o costi di struttura e di politica aziendale non coerenti con gli orientamenti strategici dell’impresa.